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Alberto Iannelli

Dieci saggi sulla
Rivoluzione Conservatrice

Il crepuscolo dell'Antico e le migliori controsoggettualità katechoniche nella fuga del Moderno

© Orizzonte Altro Edizioni, 2023
Iannelli Alberto - Rivoluzione Conservatrice
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Indice dei contenuti:

  • Werner Sombart
    Mercanti ed Eroi
    Händler und Helden, 1915

  • Carl Schmitt
    Terra e Mare
    Land und Meer, 1942

  • Martin Heidegger
    Il Linguaggio
    Die Sprache, 1950

  • Carl Schmitt
    Teologia politica
    Politische Theologie, 1922

  • A. Moeller Van Den Bruck
    Il Tramonto dell'Occidente
    Pro e contro Spengler
    Der Untergang des Abendlandes. Für und wider Spengler, 1920

  • Max Scheler
    Il Borghese di Werner Sombart
    Der Bourgeois, 1914

  • Werner Sombart
    Il Capitalismo moderno
    Der moderne Kapitalismus, 1902

  • Carl Schmitt
    Appropriazione. Divisione. Produzione
    Nehmen. Teilen. Weiden, 1953

  • Ernst Jünger – Martin Heidegger
    Oltre la Linea
    Über die Linie, 1950/1955

  • Carl Schmitt
    La tirannia dei valori
    Die Tyrannei der Werte, 1967

  • Appendice
    Nicolaus Sombart
    Ernst Jünger. Un dandy nelle tempeste d'acciaio, 1995

IVa di copertina
«Un mondo plurimillenario al tramonto, l'arida ombra e l'adunca della reificazione nichilista tutt'intorno avanza ogni avita fioritura viepiù insterilendo col circonfondersi del proprio tocco nullificante, un'ombra di senescenza e nondimeno sì d'ansito avanguardista e modernolatria catafratta e paludata da recidere col proprio invitto incedere e altero ogni innocenza in antico sboccio di già hegeliana memoria, un'oscurità, potremmo noi postmoderni intensificare, tanto omnipervasiva e sussiegosa nella propria pretesa di assolutezza e suprematismo assiologico, eudemonismo postulato universalistico e metastorico, eleuteromania ed emancipazionismo crociato, da non lasciare adito d'evasione e d'eccezione posizionale alcuno, né nello spazio (globalizzazione), né nel tempo (cancel culture): ipotizzando che questa fosse la Befindlichkeit percepita e vissuta, con Sombart, da buona parte dell'intellettualità e dell'intrepida gioventù germanica del tempo, si può davvero con leggiadra liceità parlare d'immotivata aggressione imperialista prussiana?».
Werner Sombart, Mercanti ed Eroi

«Non ci sentiamo di commiatare lo Jünger analista del nichilismo senza un'ulteriore redenzione, derivantegli proprio dall'inquadrarne la posizione di contrapposizione entro l'orizzonte dell'Eroe: se il mondo si fa metropoli cosmopolita, l'Held non può che passare alla boscaglia primordiale, se l'esistenza si fonda sull'oltranzistica ricerca di assicurazione dell'esistenza stessa, l'Hêrôs Theos non può se non bramare le brune Chere della Morte come splendida chiarità di Sole, se il valore dell'Uomo è trascinato nella polvere, l'Übermensch con necessità si eleva al cielo dell'oltre-umano. Se, pertanto, l'Eroe è riscattato nel persistere lungo la direzione del vettore di lotta, preferiamo imputare alla callidità precordiale e alla politropia prototipica del suo Avversario, l'errore del verso vettoriale scelto».
Ernst Jünger – Martin Heidegger, Oltre la Linea

«La “struttura tetico-ponente” del valore, infatti, implica la continua intensificazione della valenza di ciò che è posto valente, la costante volontà ossia di espansione della propria giurisdizione di validità: precisamente per questa “natura imperialista” del valore, il pensare assiologico rappresenta la premessa all'invalersi politico e culturale della peggiore delle tirannidi, dell'estrema giacché della più coerente a sé, in quanto, in essa, l'escluso dal perimetro della valenza, l'estromesso ossia dal contenuto di questa posizione particolare che ha per punto di preda entelechiale il Tutto del valore, l'òlon della positività, non trovando ricetto posizionale alcuno, neppure presso le più remote appendici dell'essere e dell'eterodossia, non può che declinare nell'annichilimento e nell'Atlantico».
Carl Schmitt, La tirannia dei valori
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    Händler und Helden, 1915

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    Land und Meer, 1942

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    Die Sprache, 1950

  • Carl Schmitt
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    Politische Theologie, 1922

  • A. Moeller Van Den Bruck
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    Über die Linie, 1950/1955

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    La tirannia dei valori
    Die Tyrannei der Werte, 1967

  • Appendice
    Nicolaus Sombart
    Ernst Jünger. Un dandy nelle tempeste d'acciaio, 1995

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«Un mondo plurimillenario al tramonto, l'arida ombra e l'adunca della reificazione nichilista tutt'intorno avanza ogni avita fioritura viepiù insterilendo col circonfondersi del proprio tocco nullificante, un'ombra di senescenza e nondimeno sì d'ansito avanguardista e modernolatria catafratta e paludata da recidere col proprio invitto incedere e altero ogni innocenza in antico sboccio di già hegeliana memoria, un'oscurità, potremmo noi postmoderni intensificare, tanto omnipervasiva e sussiegosa nella propria pretesa di assolutezza e suprematismo assiologico, eudemonismo postulato universalistico e metastorico, eleuteromania ed emancipazionismo crociato, da non lasciare adito d'evasione e d'eccezione posizionale alcuno, né nello spazio (globalizzazione), né nel tempo (cancel culture): ipotizzando che questa fosse la Befindlichkeit percepita e vissuta, con Sombart, da buona parte dell'intellettualità e dell'intrepida gioventù germanica del tempo, si può davvero con leggiadra liceità parlare d'immotivata aggressione imperialista prussiana?».
Werner Sombart, Mercanti ed Eroi

«Non ci sentiamo di commiatare lo Jünger analista del nichilismo senza un'ulteriore redenzione, derivantegli proprio dall'inquadrarne la posizione di contrapposizione entro l'orizzonte dell'Eroe: se il mondo si fa metropoli cosmopolita, l'Held non può che passare alla boscaglia primordiale, se l'esistenza si fonda sull'oltranzistica ricerca di assicurazione dell'esistenza stessa, l'Hêrôs Theos non può se non bramare le brune Chere della Morte come splendida chiarità di Sole, se il valore dell'Uomo è trascinato nella polvere, l'Übermensch con necessità si eleva al cielo dell'oltre-umano. Se, pertanto, l'Eroe è riscattato nel persistere lungo la direzione del vettore di lotta, preferiamo imputare alla callidità precordiale e alla politropia prototipica del suo Avversario, l'errore del verso vettoriale scelto».
Ernst Jünger – Martin Heidegger, Oltre la Linea

«La “struttura tetico-ponente” del valore, infatti, implica la continua intensificazione della valenza di ciò che è posto valente, la costante volontà ossia di espansione della propria giurisdizione di validità: precisamente per questa “natura imperialista” del valore, il pensare assiologico rappresenta la premessa all'invalersi politico e culturale della peggiore delle tirannidi, dell'estrema giacché della più coerente a sé, in quanto, in essa, l'escluso dal perimetro della valenza, l'estromesso ossia dal contenuto di questa posizione particolare che ha per punto di preda entelechiale il Tutto del valore, l'òlon della positività, non trovando ricetto posizionale alcuno, neppure presso le più remote appendici dell'essere e dell'eterodossia, non può che declinare nell'annichilimento e nell'Atlantico».
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